Un evento fortemente traumatico come la nascita prematura, interrompe bruscamente un complesso processo di maturazione fisica e psicologica del bambino e della madre.
La degenza ospedaliera
Le lunghe degenze ospedaliere, possono implicare difficoltà nello sviluppo psico-affettivo e relazionale di tutta la famiglia. I genitori che si trovano a vivere questa situazione possono riscontrare difficoltà sia nella comprensione dei problemi, sia nell'accettazione del loro caso. Grande rilevanza assume il compito del medico neonatologo e del personale infermieristico nella realizzazione di un approccio globale che vede la molteplicità dei problemi che gravitano intorno ad un neonato pretermine.
Considerando il percorso di “un feto extrauterino” stressato dalla terapia intensiva ci si chiede quanto il suo sviluppo sarà frutto del suo patrimonio genetico e quanta l’interazione con l’ambiente in cui ha dovuto vivere? Nella progressione dello sviluppo del cervello, quanto influiranno le modificazioni biochimiche dovute alla separazione con la madre?
Dalle ultime ricerche emerge quanto sia fondamentale nello sviluppo futuro del bambino, che durante la degenza tutto il personale del reparto sia pronto ad accogliere il “sistema neonato-genitore” con una visione d’insieme. I genitori devono essere aiutati a conoscere i propri figli attraverso una osservazione guidata dove la mamma possa ritrovarsi, così come un neurologo, a porre attenzione agli aspetti comportamentali del proprio bambino. Molto spesso il neonato vive momenti instabili perché i genitori a loro volta vivono l’angoscia della situazione.
Deve esistere un’alleanza professionale, cioè di cura, tra operatori e genitori, perché nella cura del proprio figlio, i genitori sono sempre competenti. Gli operatori hanno il grande merito di consentire l’attaccamento attraverso un processo di reciproca consapevolezza.
L’intervento consolatorio delle madre deve accompagnare le cure cliniche in un percorso che vede una prima fase di tocco molto dolce e di osservazione, a cui farà subito seguito la marsupio, ovvero poter tenere il neonato nudo sul seno materno, a contatto diretto con il calore della pelle della mamma, la voce, la carezza, il canto. Il tutto seguito e guidato dal personale del reparto nella consapevolezza che i genitori, se aiutati a superare il trauma iniziale e non sottoposti a giudizi, sono in grado anche di stabilizzare il bambino in concomitanza di manovre degli operatori.
Se il genitore non ha avuto il tempo, lo spazio e l'opportunità di un reparto aperto H 24, per conoscere suo figlio, il ritorno a casa, pieno di felicità e di gioia, potrebbe rivelarsi anche un momento di difficoltà, di disagio e di ulteriori stress per tutta la famiglia.